Venerdì sera, nella suggestiva cornice dell’Ex Convento dell’Annunciata, si è tenuto l’evento “Un cervello per la ricerca”, promosso dalla Fondazione Golgi Cenci nell’ambito del progetto Banca del Cervello. Una serata intensa e partecipata, in cui la scienza ha incontrato le persone, dando vita a un dialogo autentico tra ricerca e cittadinanza.

La scienza che nasce dal territorio

Nella prima parte dell’incontro, intitolata proprio “Un cervello per la ricerca”, i ricercatori della Fondazione hanno raccontato il cuore pulsante del loro lavoro: dagli studi sull’invecchiamento condotti attraverso il progetto InveCe.Ab, ai progressi della Banca del Cervello, fino alla più recente BioBank, una nuova infrastruttura al servizio della ricerca scientifica.

Un viaggio scientifico appassionato e rigoroso, che ha mostrato come investire nella ricerca non significhi solo guardare al futuro, ma anche affrontare con consapevolezza i bisogni del presente.

La Fondazione: luogo di speranza

La seconda parte della serata – “La Fondazione Golgi Cenci: luogo di speranza” – si è ispirata alla Bolla Giubilare “La speranza non delude mai” di Papa Francesco, offrendo un momento di riflessione profonda sul valore umano e sociale della ricerca. In questo spazio di ascolto e confronto, è emerso chiaramente come la scienza, quando è radicata nella comunità, possa diventare strumento di speranza condivisa.

Il dialogo come valore

Al centro della serata, il dialogo con i cittadini: molti direttamente coinvolti negli studi della Fondazione, altri presenti come sostenitori attenti e curiosi. Il momento conviviale nel chiostro si è trasformato in una preziosa occasione di scambio tra ricercatori e partecipanti, in un clima di vicinanza e reciproco riconoscimento.

È proprio in questi momenti che si coglie la vera missione della Fondazione: costruire conoscenza per restituirla alla comunità.

Un ringraziamento sentito ai relatori che hanno condiviso con passione il loro lavoro: Dott. Antonio Guaita, Dott. Tino Emanuele Poloni, Dott.ssa Annalisa Davin, Dott.ssa Giulia Locatelli e Dott.ssa Elena Rolandi.

E un grazie sincero a tutti i presenti e a tutta la comunità che continua a sostenere con fiducia e partecipazione il lavoro della Fondazione. 

La ricerca si nutre della fiducia e della speranza della comunità. È da questo legame profondo, concreto e umano che nasce e si rinnova ogni giorno il senso del nostro impegno.

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